Utilizzando la parte razionale del cervello sull’alimentazione, riusciremmo anche a limitarne i danni

Un esperimento condotto sui bambini ci spiega che ruolo giocano aspetto istintivo e razionale nell’alimentazione

Esperimento degli Oreo o esperimento dei marshmallow

L’aspetto motivazionale nel mantenimento della dieta

L’aspetto motivazionale è fondamentale nel mantenimento della dieta

Per spiegare bene questo meccanismo dobbiamo prima fare alcuni esempi.

Se si chiede il risultato di una semplice operazione come 2×2, il 99 per cento della popolazione a livello mondiale risponde 4. Ma risponde in maniera istintiva. Se dovessi chiedere qual è la capitale della Francia una altissima percentuale risponderebbe istintivamente Parigi.

Se invece volessi il risultato di 17×24, in questo caso la risposta non sarebbe immediata perché l’organismo umano dovrebbe pensare alla risposta in maniera razionale. Così pure se dovessi chiedere se Hannover si trova sul mare o no. Anche in questo caso la risposta non sarebbe come rispondere a qual è la capitale della Francia. Il soggetto dovrebbe per prima cosa sapere dove si trova Hannover (deve quindi cercare nel suo bagaglio geografico), andare a localizzare dove è e poi, una volta che ha localizzato Hannover in Germania, andare a pensare se sia sul mare oppure no. Tutti questi passaggi rientrano nella parte razionale, mentre la prima parte che abbiamo descritto è quella istintiva.

Ma cosa c’entra questo con l’alimentazione?

C’entra e ce lo spiega un esperimento bellissimo chiamato esperimento degli Oreo o esperimento dei marshmallow che è stato fatto diversi anni fa e che riguardava dei bambini.

L’esperimento era facilissimo: si prendeva un Oreo (un noto biscotto) o un marshmallow, si faceva stare un bambino in una stanza e gli si diceva che se non avesse mangiato quel dolce per 15 minuti ne avrebbe avuto un altro come ricompensa.

Il bambino a quel punto veniva lasciato solo nella stanza con dolcetto, si faceva partire il cronometro, si diceva al bambino di chiamare per qualsiasi problema e lo studioso aspettava al di fuori della stanza monitorando il bambino con una telecamera nascosta.

Che cosa successe?

Il 70% dei bambini mangiò subito il biscotto, indipendentemente dal fatto di avere un secondo biscotto o un secondo marshmallow dopo soli 15 minuti. L’altro 29% ha cercato di resistere il più a lungo possibile, con diversi trucchi, diverse motivazioni. Alcuni si alzavano, altri spostavano il biscotto per non vederlo; insomma, hanno cercato far prevalere il sistema di raziocinio.

Il centro della fame è istintivo, parte dalla parte “vecchia” del nostro cervello a livello della corteccia frontale (che elabora tutti gli impulsi che vengono dall’esterno) e ritorna al centro della fame (che sta sull’ipotalamo).

Quindi, si tratta di un percorso complesso che ha portato a far sì che al posto di mangiare il biscotto subito, lo mangiassero dopo dieci minuti.

Solo l’uno per cento è arrivato ai 15 minuti senza mangiare il biscotto.

Che cosa si è capito quindi?

Si è visto che l’organismo umano per il 99% ha un impulso istintivo alto. Questo è naturale perché siamo frutto di un’evoluzione che ci spinge a mangiare subito il cibo disponibile piuttosto che aspettare ed averne due, ma in un secondo momento.

Però si è anche visto, andando a studiare a distanza di 20 30 anni i bambini che erano stati parte di questo esperimento, che quelli che avevano mangiato subito il biscotto appena l’operatore era uscito dalla stanza erano nettamente più grassi rispetto agli altri. Ma non solo. Avevano avuto anche dei successi lavorativi inferiori rispetto a quelli che avevano resistito di più tra l’uscita dell’operatore e il mangiare il biscotto o il marshmallow.

Questo esperimento viene chiamato esperimento marshmallow o esperimento Oreo perché gli studiosi hanno utilizzato diversi tipi gratificazioni a seconda dei bambini che partecipavano.

Quindi, cosa si può affermare dopo questo esperimento?

Si può dire che se utilizzassimo la parte razionale del cervello sull’alimentazione, riusciremmo anche a limitare i danni dell’alimentazione stessa, soprattutto quando noi ci troviamo a mangiare cibi che si trasformano rapidamente in zucchero e grasso.

Questo è molto importante e dovremmo allenarci a sviluppare questo meccanismo: quando ci si trova in una situazione dove ho questi cibi a disposizione, bisogna imparare a pensare all’effetto negativo che questi cibi avranno, per esempio, sull’addome durante l’estate e di conseguenza limitarne il consumo.

Per concludere: abbiamo già ricordato molte altre volte come l’attività fisica, fatta tutti i giorni, sia un ottimo meccanismo di compenso per quello che riguarda il controllo della fame. Quando noi facciamo attività fisica tutti i giorni, andiamo a creare una motivazione all’interno del nostro sistema cerebrale che ci permette di contrastare meglio gli stimoli della fame verso i cibi che si trasformano rapidamente in zucchero e grasso.

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