Come attenuare i disturbi intestinali

Gonfiori di pancia, cattiva digestione, problemi di stitichezza, problemi di diarrea, coliti

Modificare l’alimentazione del paziente e cambiare la popolazione intestinale per renderla più favorevole per la propria salute

Le raccomandazioni del dott. Paolo Accornero

Gonfiori di pancia, cattiva digestione, problemi di stitichezza, problemi di diarrea o colite continua: come attenuare questi disturbi.

L’intestino è quella parte dell’apparato digerente compresa tra lo stomaco e l’orifizio anale ed è lungo 8 metri: è l’organo interno più esteso del corpo umano.

Sappiamo anche che, dallo stomaco in poi, esiste quella che viene chiamata la flora batterica intestinale. La flora batterica intestinale è fondamentale nel processare gli alimenti che noi mangiamo e serve anche per la produzione di:

  • vitamine;
  • acidi grassi.

Una cattiva alimentazione altera la flora batterica intestinale. L’alterazione della flora batterica intestinale crea una serie di sostanze tossiche. Queste sostanze saranno assorbite e l’organismo risulterà intossicato.

Tant’è vero che, abbiamo detto, se è vero che il cervello è fondamentale per l’alimentazione, l’intestino viene considerato il secondo cervello dell’organismo. Si pensi che la flora batterica intestinale è quattro volte la popolazione delle cellule del nostro organismo.

Sappiamo infatti che quando andiamo a defecare, la metà del peso delle nostre feci è data dalla flora batterica intestinale.

Ha senso o non ha senso fare uno studio del microbiota intestinale (cioè andare a studiare quali sono i principali ceppi batterici e fungini che ci sono all’interno del nostro organismo)?

Ha senso solo se il paziente, che soffre di determinati disturbi, va da un medico nutrizionista che si occupa di patologie intestinali (gonfiori di pancia, cattiva digestione, problemi di stitichezza, problemi di diarrea o colite continua).

Questi disturbi sono tutti dovuti ad una cattiva fermentazione intestinale e legati sicuramente allo stress. Sappiamo infatti come il cortisolo e il sistema simpatico alterino la funzionalità intestinale. E sappiamo anche che, se abbiamo una preoccupazione importante o se siamo molto arrabbiati, la nostra pancia si gonfia e, addirittura, se noi mangiamo qualcosa stiamo male.

Cosa succede nel nostro intestino quando siamo stressati? Quale alterazione della flora batterica avviene?

Quando si attraversano periodi particolarmente stressanti e si avvertono disturbi intestinali occorre rivolgersi a un medico nutrizionista che abbia una conoscenza delle patologie intestinali che possono essere correlate.

Il medico richiederà alcuni esami per valutare la fermentazione intestinale.

Molti esami possono essere fatti sulle feci e che servono per vedere, ad esempio:

  • la coesione tra le cellule;
  • la fermentazione a livello dell’intestino;
  • se ci siano dei particolari ceppi di funghi che sono aumentati e che possono dare, quindi, problemi di alterazioni della flora batterica intestinale.

Per prima cosa, quindi, occorre analizzare l’esito di questi esami, successivamente cambiare l’alimentazione in base ai risultati ed eventualmente andare a fare lo studio del microbiota intestinale.

Sulla base di questi elementi il medico nutrizionista (e sotto la sua supervisione) avrà tutti gli strumenti per:

  • modificare l’alimentazione del paziente;
  • cambiare (attraverso l’uso dei probiotici e dei fermenti lattici) la popolazione intestinale e renderla più favorevole per la sua salute.

Mi è capitato che alcune persone mi abbiano contattato per chiedermi di analizzare il test del microbiota intestinale.

Andare a fare uno studio del microbiota senza una raccolta anamnestica non ha molto senso.

Purtroppo il quadro generale del paziente si ha solo con l’anamnesi alimentare, le esecuzioni di alcune vitamine (ad esempio la vitamina D) e di alcuni esami di fermentazioni intestinali (che sono almeno 6 o 7 e che vengono fatti di routine).

Per concludere, non ha senso la lettura esclusiva dell’analisi del microbiota che non permette di capire effettivamente quale sia la patologia di cui soffre il soggetto.

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