Il ruolo del metabolismo basale nella dieta
Per perdere peso senza intaccare la massa magra occorre valutare il proprio metabolismo basale.
L’organismo umano necessita di zucchero (glucosio) come fonte energetica, ma il corpo umano necessita di sopravvivere anche in condizioni di alimentazione scarsa o assente, la specie umana infatti immagazzina l’energia sotto forma di una sostanza più vantaggiosa dal punto di vista calorico: il grasso.
Le diete facili, quelle da 5 kili in dieci giorni per intenderci, utilizzano diversi trucchetti per convincere della loro efficacia, come ad esempio la drastica riduzione dei carboidrati nella dieta, in realtà non riescono a ridurre la massa grassa.
Questo gioco funziona bene nei primi tempi della dieta ma man mano che l’organismo perde peso tende poi a riacquistarlo, perché?
L’individuo umano si è evoluto per sopravvivere alla scarsità di cibo, per cui tutte le volte che ci mettiamo a dieta perdiamo massa muscolare, e la percentuale di massa magra persa va dal 30 al 40% rispetto alla massa grassa: una dieta squilibrata non ci permetterà di ridurre la massa grassa.
Questo dato è ovvio perché il metabolismo basale è dato dalla somma del metabolismo a riposo (quello l’organismo consuma per mantenere le funzioni vitali) più il metabolismo muscolare ossia l’energia che i muscoli anche a riposo consumano (anche se ovviamente i muscoli consumano molta più energia durante l’attività fisica.)
Man mano che noi riduciamo l’apporto calorico, noi non andiamo a intaccare l’energia che serve agli organi per funzionare (questo arresterebbe il cuore e i polmoni) ma togliamo energia alla parte muscolare.
Per cui comunque durante una dieta, anche se cerchiamo di tenerci attivi, perdiamo almeno un 10% di massa muscolare senza ridurre la massa grassa, perché riduciamo il nostro metabolismo basale.
Se non facessimo sport durante la dieta, la perdita di massa magra sarebbe del 30%. In caso di perdita effettiva di peso, la dieta avrebbe avuto una sua utilità, ma se riassume peso, come succede nel 93% dei soggetti (a distanza di 5 anni dall’inizio della dieta i pazienti sono più grassi rispetto alla partenza) la massa magra viene rimpiazzata con massa grassa, portando a un metabolismo a riposo più basso rispetto a prima e dimagrire diventa ancora più difficile.
Chi affronta 6 o 7 diete squilibrate arriva al punto che non riesce a perdere più peso: in pratica è impossibilitato a ridurre la massa grassa.
Non è affatto automatico mettersi a dieta e consumare grasso: nelle persone in sovrappeso e obese, la massa grassa infiltra le cellule muscolari ma nonostante questo essi non sono in grado di utilizzare il grasso come sostanza energetica.
L’organismo deve essere preparato per far si che una volta terminati gli zuccheri, inizi a ridurre la massa grassa, ricavandone energia.
Sottoponendosi a tante diete, si determina una progressiva diminuzione del metabolismo e a una progressiva incapacità dell’organismo di utilizzare il substrato di grasso come fonte energetica, processo che è invece fondamentale per dimagrire.
Dott. Paolo Accornero – esperto in obesità patologica – Via Saffi 7, Milano – tel. 02-480.00.454