Prevenire il Parkinson con una alimentazione sana

Ridurre il rischio Parkinson con l'alimentazione corretta

Evitare i cibi spazzatura per prevenire il Parkinson

La flora batterica intestinale alterata è responsabile di malattie neurodegenerative

Recenti studi hanno dimostrato che è possibile ridurre il rischio Parkinson con una alimentazione sana.

Fino a poco tempo fa si riteneva che l’intestino avesse solamente una funzione digestiva; che servisse solamente per digerire il cibo, assorbirlo e portare i nutrimenti all’organismo.

Si è visto invece che, a livello intestinale, esiste una flora batterica la quale è responsabile di numerose malattie.

Una delle malattie che maggiormente è in relazione con il cibo (in base agli ultimi studi, riportati su diverse riviste specializzate, anche nel 2019) è il Parkinson.

Si è dimostrato infatti che esiste una stretta correlazione tra cibo e Parkinson. Quando noi mangiamo determinati tipi di cibo (che normalmente noi definiamo cibo “spazzatura”) ricchi di zuccheri e grassi, andiamo a creare una flora batterica intestinale che produrrà tossine. Queste arriveranno a livello del cervello attraverso il nervo vago.

Il nervo vago, il decimo nervo cranico, esce dalla scatola cranica e circonda praticamente tutto l’intestino. Ma non solo lo circonda: entra all’interno dell’intestino stesso. Quindi le sostanze tossiche, che hanno una affinità lipofila (cioè che vengono assorbite bene dai grassi – e noi sappiamo che le fibre del nostro sistema nervoso sono fibre di grasso), dall’intestino raggiungono il cervello. Portano così ad una deplezione della dopamina a livello ipotalamico o a livello della sostanza nera.

Questo è stato dimostrato per alcuni tipi di malattia, ad esempio per il parkinson.

E’ stato visto che alcuni tipi di tossine che derivano dal metabolismo delle proteine animali mammifere (in particolare di manzo, vitello, ecc.), se esiste una flora batterica intestinale che non è buona, possono portare all’incidenza di malattie parkinsoniane. Questo accade perché diminuiscono le cellule che producono dopamina a livello delle regioni del sistema nervoso centrale che sono correlate con la malattia parkinsoniana.

Per ridurre il rischio Parkinson bisogna quindi seguire un regime alimentare sano.

Questi studi (effettuati sulle cavie) hanno dimostrato in modo piuttosto evidente il legame fra alimentazione e Parkinson. E si è visto che, possibilmente, anche altre malattie neurodegenerative possono avere un’implicazione con l’alimentazione.

Questo cosa significa?

Significa che, laddove non abbiamo problemi di gonfiore di pancia o di alterata digeribilità dei cibi, se soffriamo però di alterazioni a carico dell’evacuazione (feci molli, maleodoranti) associate anche a dolori addominali, dobbiamo sempre sospettare un meccanismo di disbiosi intestinale.

Sarebbe opportuno in questo caso chiedere l’aiuto di un nutrizionista o di un dietologo che sappia che cosa sia la disbiosi intestinale. Con degli esami particolari delle feci (fino allo studio della flora batterica intestinale), si possono individuare i cibi ma anche la composizione batterica. Attraverso probiotici o biotici si può cercare di cambiarla e quindi migliorare la nostra situazione a livello intestinale.

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